Così vicini (2014)

COSÌ VICINI

(QBL/Believe Rec. 2014)






1. Così vicini
2. Il senso delle cose
3. Il tuo nome
4. Corri da me
5. Siamo vivi
6. Perpendicolare
7. L’imprevedibile
8. L’infinito nella testa
9. La fame (di te)
10. Senza parole


I testi di Così Vicini

Parole : Cristina Donà (eccetto “Così vicini” di Cristina Donà e Saverio Lanza)
Musica : Cristina Donà e Saverio Lanza
Cristina Donà: voce, cori e alcune chitarre acustiche.
Saverio Lanza: chitarre, basso, pianoforte, programmazioni, cori.
Fabrizio Morganti: batteria su “Così vicini”, “Il senso delle cose”, “Corri da me”, “Perpendicolare”, “L’imprevedibile”, “Senza parole”.
Piero Monterisi: batteria su “Il tuo nome”, “Siamo vivi”, “L’infinito nella testa”.
Cristiano Calcagnile: batteria su “La fame (di te)”. Percussioni su: “Così vicini” triangolo, cembalo e cabasa. “Il tuo nome” campanaccio e cembalo. “Perpendicolare” campanaccio, glockenspiel e DrumTableGuitar. “La fame (di te)” DrumTableGuitar. “Senza Parole” tamburo tunisino, carrube, campana tibetana, shaker.
Simone Santini: sax contralto su “Così vicini”, “Corri da me”, “L’imprevedibile”.

Fiati e archi scritti da Saverio Lanza.

Prodotto e arrangiato da Saverio Lanza.

“Così vicini” è una necessità, il bisogno di ritrovare un’intimità perduta, la stessa di quando si guarda qualcuno dritto negli occhi. E’ il desiderio di esplorare ciò che siamo di fronte ai nostri sentimenti, ai nostri ricordi come di fronte a chi ci sta accanto, sia esso una persona, un paesaggio, un sentimento, un Dio. C’è la voglia di osservare con uno sguardo nuovo il nostro mondo interiore nel tentativo di comprendere, crescere, migliorare ma anche di esorcizzare i propri demoni. Un modo per dare valore alla nostra parte “umana”.Il filo rosso è la conversazione a due, dove l’altro può essere un figlio, la persona amata, un amico, un paesaggio, qualcosa o qualcuno verso cui tendiamo e che desideriamo sia vicino a noi, nel bene e nel male. E’ una conversazione intima, privata, a voce bassa per dirsi l’amore ma anche la crudezza della vita, dove si prova a condividere senza sovrapporsi. Un esercizio che ci insegna a rispettare la natura dell’altro.

Questo avvicinamento che tende al micro è un modo per riconoscere che non si è mai arrivati davvero: essere “così vicini” a qualcosa o a qualcuno presuppone che vi sia ancora strada da fare, e ce ne sarà sempre perché il desiderio di capire apre continuamente nuove porte e inedite prospettive.